Molte persone, quando svolgo le lezioni di Ginnastica Posturale mi chiedono cosa c’entrano determinati esercizi con “la posturale”. Tendo a precisare che pensare alla GINNASTICA POSTURALE come attività curativa è errato. In un concetto di PERCORSO POSTURALE, la parte curativa viene affidata alla Rieducazione Posturale Globale individuale con il metodo Mezieres e poi successivamente si passa ad una fase (Fase 3 del Programma Posturale) dove avviene “la costruzione” della postura, ovvero, si va attivamente a sviluppare quei muscoli adibiti al mantenimento di un equilibrio Posturale anche in condizioni dove questo equilibrio viene compromesso, facendo così una vera e propria PREVENZIONE sui più comuni disturbi funzionali di origine muscolo-scheletrica. Uno degli esercizi che suscita il quesito su quale sia l’utilità in un concetto di Posturale è il Plank.
Il plank è certamente tra gli allenamenti isometrici più efficaci ed utili per il rafforzamento muscolare e la tonificazione. Questo perché è facilmente attuabile da tutti anche da chi è meno esperto ed allenato, anche se in questo caso va eseguito con cautela essendo un esercizio efficace ma impegnativo.Attualmente è molto diffuso sia nel fitness che nella preparazione atletica per le attività agonistiche e risulta essere molto utile nella preparazione atletica dei corridori, i quali necessitano di rafforzare la parte alta del busto al fine di allenare in maniera corretta tutto il corpo ed evitare cosi fastidi al collo o alla schiena.
La prima finalità del plank è quella di migliorare la core stabilty del corpo. Ciò equivale a dire che andremo a migliorare la nostra capacità di mantenere una posizione di equilibrio in condizioni che disturbano l’equilibrio stesso.
L’esercizio del plank classico è alla portata di tutti e consiste nel tenere il peso del corpo su gomiti, avambracci e piedi ad intervalli minimi di 30 secondi. In base alla preparazione del soggetto gli intervalli potranno essere prolungati anche fino a diversi minuti. Tutto dipende dalla capacità e dalla resistenza muscolare acquisita. E’ importante non avere fretta e ampliare la durata del plank in maniera lenta e graduale. La costanza nello svolgimento dell’esercizio non tarderà a mostrare i suoi frutti.
Essendo un esercizio a corpo libero, avremo solo due modi per intensificare il carico del lavoro: prolungare i tempi del plank oppure modificare il baricentro andando così a stimolare diverse fasce muscolari. La variante di plank più praticata è ad esempio il side plank che rappresenterà un esercizio formidabile per affinare i fianchi oltre che la schiena e l’addome.
Ogni tipo di variante di plank avrà come obiettivo principale quello di lavorare sulla fascia addominale, sulle spalle e sulla schiena e sarà un toccasana anche per mantenere una postura corretta nella vita quotidiana.
E’ assolutamente sconsigliato praticare il plank se si soffre di pressione alta e, al pari di qualsiasi altro esercizio, se svolto in maniera errata può comportare nel lungo periodo problemi alla schiena o alle articolazioni. Dunque, se decidete di praticare l’esercizio in casa da soli, prestate molta attenzione alla corretta postura da adottare.
Per prima cosa accertatevi che durante l’esecuzione non abbiate posizionato le braccia eccessivamente in avanti. In secondo luogo, fate attenzione al bacino che non deve essere puntato verso l’alto ma al contrario dovrà mantenersi perfettamente in asse. Per farlo dovrete utilizzare i glutei e tutta la fascia addominale.
Tutti questi accorgimenti sono necessari per evitare di andare a sovraccaricare inutilmente la colonna vertebrale ed evitare anche fastidiosi dolori.
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